Oggi la storia è quella di Nadia, che come tante donne ancora oggi nel mondo si trovano a dover convivere con la violenza domestica ma che, grazie alla sua ostinazione e all’aiuto di persone speciali con un gran cuore è riuscita a riprendere in mano le redini della sua vita.
“E’ difficile quando si è vittime di violenze reagire. Perché? Non ve lo sò dire, si arriva a pensare che ce lo siamo meritate, oppure, ancora peggio – ma chi mi crederà“?

NADIA
Nadia è una ragazza piena di grinta, indipendente, con un bel lavoro e tanti amici.
Un bel giorno, ad una festa conosce Joel, un bellissimo ragazzo dagli occhi verdi. Nasce, quasi subito un grande amore, lui è sempre premuroso e i mesi a venire sono colmi di felicità e la relazione sembra partire sotto i miglioro auspici.
Ad un certo punto, Nadia scopre di essere incinta, e la gioia è immensa.
“Tanto ci volevamo sposare comunque, così lo faremo prima”
Più passano i giorni, più il carattere di Joel non fa che peggiorare, e le premure pian piano svaniscono per trasformarsi in rimproveri sempre più agguerriti.
Ma Nadia pensa che sia a causa del cambio di stile di vita, non ha più un lavoro e il bimbo è ancora molto piccolo.
Per motivi di lavoro, lui è molto spesso fuori casa e anche da lontano non mancano le occasioni per insultare e minacciare Nadia, che però è tranquilla con il suo bambino.
Il sereno viene offuscato dai suoi ritorni, ma finalmente poi riparte. E intanto cominciano a mancare i soldi per l’affitto e i beni di prima necessità.
Il tempo passa e, al primo giorno di scuola materna, Nadia decide di cercare un lavoro e lo trova.
Qui inizia il vero calvario.
Visite e chiamate sul posto di lavoro, con urla e parolacce a pioggia… finché persino i datori di lavoro intervengono cercando di scoraggiarlo avvisandolo che avrebbero chiamato le forze dell’ordine.
In casa Nadia cerca, quando lui c’è, di mantenere la calma… sempre con molta fatica; cominciano a partire i primi schiaffi ed esplosioni di rabbia talvolta senza motivo.
L’aver fatto passare quel primo schiaffo ha aperto le porte alla violenza.
Ma Nadia deve salvare il salvabile: non è possibile, ma cosa gli è successo… Passerà, prima o poi si calmerà e cerca di farlo ragionare Fino a quel giorno…
“Io te lo porto via, tornerai a casa e non lo rivedrai più“.
E così è. Un pomeriggio caldo d’estate Nadia torna a casa dal lavoro e non c’è nessuno. Saranno andati al parco. Arriva l’ora di cena, niente… Finalmente suona il telefono “ma dove siete?”
“Stasera non torniamo a casa”.
Nadia sente il mondo crollarle addosso e sente una vocina gridare “sei un bugiardo, avevi detto che mi avresti riportato a casa dalla mamma“.
“In quel momento Nadia si rese conto che da sola non poteva farcela e che doveva chiedere aiuto“.
Grazie al Centro Anti Violenza sulle donne, agli avvocati, ai datori di lavoro, alle forze dell’ordine Nadia ce l’ha fatta a riprendere una vita normale e a crescere suo figlio in un ambiente finalmente sereno.
Bellissima storia ❤️
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Grazie. 🙂
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Che la storia di Nadia serva ad incoraggiare e dare la forza a tante donne di ribellarsi e riprendersi la propria vita.
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Si, e soprattutto non bisogna avere paura di chiedere aiuto. 🙂
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Brava davvero una storia importante!!
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Conosco molto bene la protagonista della storia. Ho esitato nel scriverla, ma credo che a volte, quando le situazioni diventano molto più grandi di noi, non dobbiamo esitare a chiedere aiuto.
Buona domenica 🙂
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Hai perfettamente ragione! Buona domenica anche a te
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Brava hai fatto bene a scriverla e che sia di esempio ad altri casi di violenza domestica come subita da Nadia.
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